L’America deve proteggersi dalle concorrenze di Russia e Cina, come del resto l’Europa (inclusa l’Italia), e punta alle tecnologie moderne, più avanzate, e al coinvolgimento fattivo dei Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica


    — Foto: Biden, il nuovo Presidente Usa —

— A cura di Giuseppe Stella —

— Agenzia di Stampa Agim —

Notoriamente la Cina è accusata dagli Usa, e non solo, di concorrenza anomala e scorretta, socialmente e politicamente parlando, a causa di sistemi antidemocratici e di sfruttamento disumano della popolazione di quel Paese comunista per produrre surplus a scapito degli altri paesi del mondo. La teoria antiliberista di Marx contro il capitalismo liberale dell’ex Urss la stanno infatti applicando loro che la contestavano ai Paesi con avanzata democrazia. Insomma un comunismo di stato liberista che schiavizza il suo popolo è un’invenzione tutta cinese e fa grande concorrenza sleale ai  Paesi del mondo intero. Così PROPRIO non va.

Per questo ed altro gli Stati Uniti si stanno organizzando per incentivare lo sviluppo delle cosiddette “tecnologie avanzate” per favorire l’economia e conseguenzialmente la sicurezza del Paese e dei suoi alleati storici come l’Italia e l’Europa allargata insieme ad altri numerosissimi Paesi di Nato e Onu.

E’ necessario dunque salvaguardare la ricerca e le tecnologie innovative Americane dalla “concorrenza smodata” di altri Paesi (il riferimento è particolarmente riferito alla Cina e alla Russia) per  favorire l’avanzamento Usa come leader dell’innovazione e della ricerca.

E’ una strategia che guarda anche alla sicurezza nazionale elaborata appunto dagli Stati Uniti d’America e si fonda su solidi basi:

promuovere la National Security Innovation Base (NSIB, Base per l’Innovazione della Sicurezza Nazionale) e difendere le 20 tecnologie in cui l’America eccelle: tra queste si annoverano advance manufacturing, advance computing, distributed ledger technolgies, artificial intelligence ed altre.

La detta National Security Innovation Base si riferisce a un’ampia gamma di capacità, persone e conoscenze in grado di trasformare progetti in elementi innovativi pratici, in imprese di lavoro per prodotti commerciali e di sicuro richiamo.

Per far ciò sono stati individuati i seguenti obiettivi prioritari:

incentivare le migliori qualità lavorative mondiali che spaziano dalle applicazioni scientifiche a quelle delle tecnologie sviluppate e innovative;

richiamare e incentivare soggetti con doti inventive e  innovative che diano spazio alla loro creatività e sfruttino al meglio ogni genialità posseduta;

utilizzare al massimo livello l’impiego di capitale privato e le capacità costruttive ed innovative con l’obiettivo di arrivare a produzioni eccellenti e remunerative;

rapidità e sviluppo di idee e creazioni innovative;

semplificare regole e processi burocratici che finiscono per danneggiare crescita e sviluppo industriale;

redigere regole tecnologiche  in linea con valori  a sfondo democratico;

coinvolgere nei progetti accademie e laboratori di grande livello;

incentivare la ricerca tecnico-scientifica nei vari settori produttivi;

studiare e incrementare l’operatività delle tecnologie d’avanguardia;

incoraggiare le fusioni produttive e operative tra settore pubblico e quello privato per coinvolgere quello pubblico sulle scoperte di nuove tecnologie di cui il Paese necessita;

aumentare la collaborazione tra Paesi con analoghi interessi e valori democratici e soprattutto coi Paesi alleati.

Insomma gli Stati Uniti hanno le idee ben chiare e mirano ad evitare che Cina e Russia traccino distanze tecnologiche abissali con loro e con l’Occidente, si alleino tra loro e possano anche mettere a rischio la sicurezza nazionale Americana e Atlantica…, anche militarmente.

Se le economie e le tecnologie tra due mondi, diversi e inconciliabili, oggi si contendono primati che prima non esistevano, gli Usa intendono correre ai ripari e rimediare al più presto recuperando i gap per contrastare primati che a nazioni non certo “amiche” e democratiche (nel senso tradizionale del termine) potrebbero suscitare tentazioni di dominio a livello mondiale, anche scatenando guerre armate (e forse nucleari). Questo perché nel mondo c’è Cuba e la Corea del Nord (soprattutto quest’ultima) che soffiano continuamente sul fuoco antiamericano, compreso l’Islam del terrore che odia gli Usa e non da ora e l’Iran che solidarizza con certi orientamenti radical-religiosi e teocratici.

La minaccia russa e cinese esiste… e non da oggi e persevera.

La più insidiosa al momento è quella cinese che mira a indebolire, con concorrenza sleale, gli Usa.  Un Paese che con comportamenti autoritari e dittatoriali si contrappone nei mercati ai principi liberali e democratici e fa affari a scapito della concorrenza occidentale che garantisce al meglio le popolazioni da tirannidi e dispotismi di tipo comunista per promuovere pratiche autoritarie in contrasto con i principi democratici.

La Russia? Pur avendo meno risorse economiche, sta incentivando lo sviluppo di tecnologie nuove militari.

Allora aveva ragione Trump quando parlava di “nuova guerra fredda” in atto riferendosi anche a Paesi occidentali (vedi Italia) che da tempo amoreggiano con la Cina e…anche con la Russia?

E’ necessario, per noi Italiani ed Europei, rientrare nei ranghi, come del resto ha sostenuto il neo Presidente Usa Biden…altrimenti saranno dolori per tutti.

 

 

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